DECRETO ANTICRISI:IL MIO INTERVENTO IN AULA AL SENATO

DECRETO ANTICRISI:IL MIO INTERVENTO IN AULA AL SENATO

 

                    foto-sindacoSignora Presidente, rappresentante del Governo, Signori relatori, Colleghi,oggi stiamo discutendo del cosiddetto decreto anticrisi, ossia il decreto-legge n. 185 del 2008, in tempi ristretti e con un testo non modificabile; abbiamo già sentito da alcuni rappresentanti della maggioranza che sarà posta la fiducia. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti specifici, perché chi mi ha preceduto ha avuto modo di fare un inquadramento generale della situazione economica: mi riferisco agli interventi dei colleghi Legnini, Bonino, Leddi, Sangalli, Nerozzi e Barbolini.Vorrei però rispondere anche alla collega che mi ha preceduto, la senatrice Bonfrisco. Mi piacerebbe infatti che in questa situazione di crisi la smettessimo di agitare le bandierine dei meriti o dei demeriti; credo che il nostro Paese abbia bisogno di un senso di grande responsabilità da parte di ognuno di noi. Pertanto, eviterei di parlare di Prodi anzi, è grazie a Prodi se oggi abbiamo i conti messi meglio di come la precedente maggioranza li lasciò nel 2006; è sempre grazie a Prodi e a Ciampi se abbiamo l’euro.

 Ricordiamoci quanti rappresentanti centrodestra, oggi al Governo, hanno criticato quel tipo di scelta. Oggi ci sono Paesi, decantati fino a pochi mesi fa, che vorrebbero entrare nell’euro perché sono nel mezzo di una tempesta economico-finanziaria di non indifferenti dimensioni.Credo che, invece di guardarci alle spalle dovremmo guardare in avanti, capire quali sono i problemi e tentare di trovare delle soluzioni per ogni settore.Io muovo una critica a questo decreto, rispetto a com’era partito inizialmente. Mi riferisco alla modifica delle norme relative alla detrazione del 55 per cento per i cittadini che investivano in impianti o nella ristrutturazione per il risparmio energetico. Erano due anni che quella norma esisteva e iniziava ad avere un buon effetto, nel senso che i cittadini la richiedevano e le aziende stavano utilizzando questa opportunità, soprattutto quelle del comparto edilizio che è in grande crisi. Solo il fatto di instillare il dubbio su quella norma – che poi la Camera ha invece migliorato – ha determinato una situazine di panico e incertezza nei cittadini, ………si è trasmessa la sensazione che lo Stato potesse “fregare” il cittadino. Questo è il concetto che è passato, questo fatto è devastante considerato che quella misura era stata decisa per attivare un traino all’economia in un momento in cui l’edilizia era ferma.Volevo soffermarmi, comunque, su una questione particolare che è quella del patto di stabilità. In questo provvedimento esiste una norma clientelare, fatta per uno solo fra gli 8.200 Comuni italiani, cioè il Comune di Roma: è stata data la possibilità al Comune di Roma di derogare rispetto al patto di stabilità. Il patto di stabilità è un oggetto misterioso, conosciuto da noi addetti ai lavori, spesso e volentieri è visto dai cittadini comuni come un alibiinfatti, gli enti locali tendono a motivarel’impossibilità di fare determinate opere con l’esigenza di rientrare nel Patto di stabilità.Ebbene, questo marchingegno che è stato inventato ed utilizzato anche dai Governi di centrosinistra, è sempre stato applicato in modo stupido, lo ha detto lo stesso presidente Prodi e, nel nostro Paese in modo ancora più stupido rispetto alla possibilità di tentare di premiare realmente gli enti virtuosi rispetto a quelli  spreconi. In questa situazione, con la vostra scelta per Roma, siete riusciti a far diventare “famoso” questo termine ed é diventato per noi molto più semplice spiegarlo ai cittadini.È incomprensibile immaginare un Paese dove, per rispettare il patto di stabilità, gli Enti locali e le Pubbliche Amministrazioni non pagano i fornitori. La collega Leddi e anche glialtri colleghi facevano riferimento al ritardo nei pagamenti. Ebbene, la Pubblica Amministrazione è in una situazione di difficoltà economica da anni – non sto parlando di questi ultimi mesi – e paga in ritardo. Voi pensate che si riesca ad abbattere la spesa pubblica se le forniture vengono pagate magari dopo un anno? È chiaro che quel fornitore, quando farà il preventivo per un determinata merce, la farà pagare ovviamente più del valore di mercato. Se volete tagliare la spesa pubblica bisogna pagare i fornitori, bisogna pensare ad un patto di stabilità che dia questo tipo di risposta.Alcune proposte emendative sono state fatte. So perfettamente che non verranno accolte. So anche, che ci sono altri provvedimenti che arriveranno dopo questo decreto e penso che quella sarà l’occasione perché, in modo serio e concreto, si riesca ad affrontare la questione facendo un patto di stabilità serio.Infatti, per assurdo, in questi anni, i meccanismi messi in atto sono stati tali per cui gli enti che sono stati più rispettosi delle regole si sono trovati in maggiori difficoltà. È come se ad un ragazzo che ha buoni voti il padre glidicesse che avrà la paghetta solo se continua a migliorare, ma se il ragazzo è arrivato a dieci e lode può migliorare ancora? Magari poi succede che lui non ha più la paghetta mentre il fratello, che dall’insufficienza è passato alla sufficienza, l’ha ancora.Ho fatto questo esempio perché bisogna che si trovino delle misure concrete, rispetto a questo meccanismo perverso che è il patto di stabilità, in grado di premiarei Comuni più virtuosi, pur garantendo i parametri di Maastricht. Tra l’altro, ho iniziato il mio discorso parlando di Maastricht e della possibilità di raggiungere quei parametri e quindi di entrare nell’euro, che è stato la nostra difesa in questa situazione difficile.La situazione economica è assolutamente difficile ed io spero che nonostante siano vicine diverse scadenze elettorali, non si facciano giochi di bandierina su di essa.Voglio dire soltanto che se oggi disponessimo delle misure previste dalle cosiddette lenzuolate di Bersani, cioè le liberalizzazioni forse affronteremmo con maggior forza questa difficile situazione economica. Ebbene, in quella occasione voi eravate di traverso.Non è più il tempo della strumentalizzazione dei problemi e neanche del gioco delle parti.taxi1Noi non intendiamo ripagarvi con gli stessi metodi ostruzionistici e strumentali che voi avete utilizzato nella precedente legislatura, noi vorremo collaborare per affrontare la difficile crisi economica che sta colpendo il nostro paese. Per fare questo è necessario rompere tutte le nicchie di privilegio e monopolio che sedimentandosi nel tempo hanno rallentato e rallentano la crescita e la mobilità sociale del nostro paese.Concludo Presidente facendo un appello ai rappresentanti del Governo ed ai colleghi Senatori della maggioranza, se intendete realmente affrontare la crisi economica con l’idea di scrostare il sistema economico finanziario italiano, bisogna che abbiate la capacità di aggredire i veri fattori che tengono bloccata la nostra società. Se con coraggio sceglierete questa sfida  noi del Partito Democratico ci saremo e non faremo mancare il nostro appoggio.

 

 

 

 

 

 

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