Intervento in aula sugli atti di intimidazione nei confronti di dipendenti di Equitalia

Intervento in aula sugli atti di intimidazione nei confronti di dipendenti di Equitalia

Intervento che ho svolto in aula sugli atti di intimidazione nei confronti di dipendenti di Equitalia

Signor Presidente, in questo particolare periodo di crisi economica stiamo assistendo quasi giornalmente ad attacchi da parte di no global e di varie associazioni nei confronti delle sedi di Equitalia.

Ebbene, ho ricevuto oggi una lettera di un lavoratore di Equitalia che voglio leggere: «Caro Marco, come sai lavoro ad Equitalia e anche oggi, dopo l’assalto dei no global» (della settimana scorsa) «qui a Mestre, assistiamo ad un crescendo di attacchi che ci vengono da tutte le parti solo perché facciamo il nostro lavoro, o meglio il lavoro che la legge ci impone di fare.

Volevo renderti edotto che se il clima è rovente fuori, lo è altrettanto qui dentro, anche perché nessuno (parlo di istituzioni, partiti, onorevoli, sindaci, ANCI, eccetera) esprime un minimo di solidarietà o alza la voce forte e chiara contro queste strumentalizzazioni e questi attacchi.

Io non so cosa stiate aspettando voi, che idea abbiate voi sul ruolo di Equitalia, sul suo futuro, sul suo lavoro. Non vorrei che aspettiate che ci scappi un morto.

Personalmente non sto scherzando, posso assicurarti che ci sono colleghi che non ci dormono la notte. Certo però che questo Stato non può essere come Giano bifronte: da un lato chiedere ad Equitalia alcuni risultati e dall’altro insultare anche con il solo silenzio il lavoro, forse ingrato ma necessario, che qui dentro si compie.

Spero che comprenderai lo sfogo, ma se per tutti oggi è difficile muoversi e lavorare, lo è ancor di più in una situazione dove sei sottoposto a pressioni di duplice natura (…)».

Io credo che noi parlamentari abbiamo una responsabilità. Spesso e volentieri, anche in quest’Aula, ho sentito accuse verso Equitalia, senza poi dire che Equitalia applica delle norme che questo Parlamento ha approvato.

Le sanzioni non vanno bene, gli interessi non vanno bene. Io credo che la questione, per serietà e coerenza, sia quella non di parlare male di Equitalia ma, viceversa, di cambiare quelle norme. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatore Stradiotto, in diversi, a dire la verità, senza arrivare a invertire la tendenza di un’impressione, abbiamo espresso la solidarietà ai lavoratori di Equitalia. Credo che dobbiamo tener fermo il fatto che si tratta di lavoratori: impiegati e lavoratori che svolgono un ruolo e che sono sottoposti a pressione, a intimidazione, a violenza, e anche peggio. Questo è un primo aspetto che credo sia giusto precisare.

Un secondo aspetto è quello che lei riferiva. Se le norme per la gradualità del rientro di chi non è un evasore ma è in difficoltà e ha sempre fatto il proprio dovere devono essere affermate, è un compito che non può essere fatto svolgere da Equitalia. Deve essere il Parlamento che precisa o il Governo, se ha competenze, senza bisogno di provvedimenti legislativi, che precisa, chiarisce o modifica.

Infine, non bisogna dimenticare che questi aspetti vanno modificati e vanno cambiati, ma unitamente al fatto che in questo Paese c’è uno scandalo che si chiama evasione, che deve essere recuperato fortemente: altrimenti, il carico fiscale sui cittadini non potrà scendere mai.

 



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