RESETTIAMO IL SISTEMA E RIPARTIAMO: ALCUNE PROPOSTE PER FAR QUADRARE I CONTI E PER FAR RIPARTIRE IL PAESE

Alcune proposte per far quadrare i conti e per far ripartire il Paese di Marco Stradiotto 

I bilanci delle pubbliche amministrazioni italiane presentano ormai da anni scompensi evidenti tra entrate e uscite. Di fatto da decenni la pubblica amministrazione spende più risorse di quelle che incamera.Questo squilibrio, tecnicamente definito “indebitamento”, ha prodotto un debito pubblico che oggi sfiora la cifra record di 2.000 Miliardi di €. Nel 2010 la P.A. italiana ha prodotto indebitamento per 71,99 Miliardi di €,questo significa che nel 2010 ha "perso" 1.187,5 € per ogni cittadino, proviamo a pensare ad un'azienda privata che perdesse 1.187,5€/anno per ogni cliente.

Nonostante le “manovre economiche e finanziarie” approvate in questi ultimi due anni, il debito ha continuato ad aumentare. Non vi è dubbio che sul fenomeno abbia inciso pesantemente la crisi economica in atto, ma il dato che preme rilevare è che non basta una manovra o un decreto per far ripartire l’Italia. Servono nuovi stimoli: siamo noi cittadini italiani a dover “resettare tutto” e ripartire.Per conseguire il risultato è necessario agire su due fronti: raggiungere il pareggio di bilancio (che tradotto significa recuperare uno squilibrio superiore ai 1000 € per abitante all’anno) e contemporaneamente agire sulla crescita. Per ripartire tutti insieme bisogna riaccendere la fiducia nel cittadino e questo si ottiene riqualificando le spese, che vuol dire incentivare il lavoro, il merito, la ricerca, le infrastrutture e la qualità. Tutto questo avrebbe un effetto immediato sui consumi.Ho predisposto due schede che riassumono le possibili azioni da mette in campo per far quadrare i conti  da un lato e per far ripartire la crescita dall’altro. L’obiettivo profondo della mia proposta è quello di scuotere il sistema, a partire dalla politica, passando per il sindacato, la pubblica amministrazione in generale e finendo poi su quelle anomalie ben note che affliggono il nostro sistema: Evasione e Corruzione. Sono partito dalla convinzione che la sfida si può vincere, se le tante cellule buone della società, animate da concetti come Verità,senso civico,Giustizia Fiscale e sociale e Meritocrazia cominciano a fare rete invece di spostare il là il problema procastinandolo o incolpando altri.

La prima scheda presenta le misure necessarie per recuperare tra minori spese e maggiori entrate una cifra pari a circa 67 Miliardi di €/anno (equivalenti a 1.100 € pro capite di minori spese o maggiori entrate).

Si tratta di un mix di azioni, concatenate tra loro, che mettono al centro la necessità di un cambio di mentalità da parte di tutti.Consapevolezza delle cifre in gioco e buon esempio delle classi dirigenti sono gli strumenti imprescindibili per innescare un "domino positivo" nel Paese.

I bilanci delle pubbliche amministrazioni italiane presentano ormai da anni scompensi evidenti tra entrate e uscite. Di fatto da decenni la pubblica amministrazione spende più risorse di quelle che incamera. Questo squilibrio, tecnicamente definito “indebitamento”, ha prodotto un debito pubblico che oggi sfiora la cifra record di 2.000 Miliardi di €. Nel 2010 la P.A. italiana ha prodotto indebitamento per 71,99 Miliardi di €,questo significa che nel 2010 ha "perso" 1.187,5 € per ogni cittadino, proviamo a pensare ad un'azienda privata che perdesse 1.187,5€/anno per ogni cliente.

Nonostante le “manovre economiche e finanziarie” approvate in questi ultimi due anni, il debito ha continuato ad aumentare. Non vi è dubbio che sul fenomeno abbia inciso pesantemente la crisi economica in atto, ma il dato che preme rilevare è che non basta una manovra o un decreto per far ripartire l’Italia. Servono nuovi stimoli: siamo noi cittadini italiani a dover “resettare tutto” e ripartire.Per conseguire il risultato è necessario agire su due fronti: raggiungere il pareggio di bilancio (che tradotto significa recuperare uno squilibrio superiore ai 1000 € per abitante all’anno) e contemporaneamente agire sulla crescita. Per ripartire tutti insieme bisogna riaccendere la fiducia nel cittadino e questo si ottiene riqualificando le spese, che vuol dire incentivare il lavoro, il merito, la ricerca, le infrastrutture e la qualità. Tutto questo avrebbe un effetto immediato sui consumi. Ho predisposto due schede che riassumono le possibili azioni da mette in campo per far quadrare i conti  da un lato e per far ripartire la crescita dall’altro. L’obiettivo profondo della mia proposta è quello di scuotere il sistema, a partire dalla politica, passando per il sindacato, la pubblica amministrazione in generale e finendo poi su quelle anomalie ben note che affliggono il nostro sistema: Evasione e Corruzione. Sono partito dalla convinzione che la sfida si può vincere, se le tante cellule buone della società, animate da concetti come Verità,senso civico,Giustizia Fiscale e sociale e Meritocrazia cominciano a fare rete invece di spostare il là il problema procastinandolo o incolpando altri.

La prima scheda presenta le misure necessarie per recuperare tra minori spese e maggiori entrate una cifra pari a circa 67 Miliardi di €/anno (equivalenti a 1.100 € pro capite di minori spese o maggiori entrate).

Si tratta di un mix di azioni, concatenate tra loro, che mettono al centro la necessità di un cambio di mentalità da parte di tutti. Consapevolezza delle cifre in gioco e buon esempio delle classi dirigenti sono gli strumenti imprescindibili per innescare un "domino positivo" nel Paese.

SCHEDA 1 LE AZIONI PER RIDURRE LE SPESE ED AUMENTARE LE ENTRATE

Taglio dei costi della politica

L’effetto simbolico di una drastica riduzione dei costi della politica costituirebbe una leva eccezionale capace di andare molto oltre gli effetti economici immediati.Per prima cosa bisognerebbe dimezzare i costi di rappresentanza: Parlamentari e Consiglieri Regionali, con un risparmio complessivo di 240 Milioni di € (90 dal Parlamento, 1,48 € per abitante all'anno. 150 mln dalle regioni.A questo andrebbe ad aggiungersi una riduzione ulteriore del 20% dei costi di Camera, Senato e quirinale, con un risparmio complessivo di altri 150 mln di €, pari a 2,47€ per abitante all'anno.

Taglio dei costi del Sindacato

Bisogna togliere la possibilità di scaricare sulle pubbliche amministrazioni il costo dei permessi sindacali dei dipendenti pubblici (per il settore privato è già a carico del sindacato e non dell'impresa), con un risparmio annuo stimato in 140 milioni di € pari a 2,31 € per abitante all'anno.

Emissione  BOT "Salva Italia"

Gli stipendi e le pensioni che superano i 50.000 € netti annui potrebbero essere pagati in BOT (al 2,5%) per la quota eccedente i 50 mila euro con un risparmio annuo di 200 milioni di € pari a 3,3 € per abitante annuo. Inoltre si determinerebbe un positivo effetto economico positivo specialmente come maggiore corresponsabilità dei dirigenti.

Super Prelievo fiscale sulle pensioni superiori ai 3.500 € netti al mese

Le cosiddette “pensioni d’oro”, essendo già maturate, non possono essere tagliate, ma viceversa si potrebbe considerare di inserire un super prelievo fiscale progressivo su tutte le pensioni sopra ai 3.500 € mensili netti, meccanismo che potrebbe portare maggiori entrate per 1.000 milioni di € all'anno, corrispondenti a 16,49 € per abitante all'anno.

Auto blu ammesse solo per motivi di sicurezza

Le auto blu dovrebbero essere utilizzate solo da pochissime persone e per motivi di sicurezza ( vedi proposta di legge A.S. 2414 ). Il risparmio che si potrebbe generare è pari a 500 milioni di €, equivalente a 8,25 € per abitante all'anno, ricollocando il personale e gli autisti con altre funzioni presso le rispettive amministrazioni.

Eliminazione dei casi di “piccolo peculato” quotidianamente commessi nelle pubbliche amministrazioni

Ogni giorno, quasi inconsapevolmente, nella PA si compiono gesti, dalle telefonate per uso privato all’uso improprio della cancelleria, che si configurano come piccoli casi di peculato. Una stima dell'effetto di questi comportamenti illegittimi da parte dei pubblici dipendenti si attesta intorno agli 800 milioni di € all'anno, pari a 13,2 € per abitante all'anno.

Utilizzo più razionale dell'illuminazione pubblica

Nel nostro Paese vi sono oltre 13 milioni di punti luce, spesso accesi tutta la notte, anche senza che vi sia una vera utilità. Spegnendo il 50% dei punti luce per 4 ore a notte, dall'una alle cinque del mattino, si potrebbero risparmiare 400 milioni di € all'anno, pari a 6,6 € per abitante all'anno.

Riduzione degli sprechi nella spesa farmaceutica

La spesa farmaceutica incide per più del 10% della spesa sanitaria complessiva. A casa abbiamo i cassetti pieni di farmaci scaduti, si tratta di uno spreco assurdo. Con un po’ più di attenzione da parte dei medici di base, si potrebbe prevedere la prescrizione di confezioni monodose o a dosi prestabilite, evitando gli sprechi con un risparmio 500 milioni di € all'anno, pari a 8,25 € per abitante all'anno.

Controllo accurato sui beneficiari delle pensioni sociali, di invalidità e di accompagnamento e dei beneficiari di sussidi

Nel nostro Paese, vi sono molti cittadini che godono di prestazioni sociali o di sussidi pur non avendone i requisiti o il diritto. È necessario un cambio di rotta che si responsabilizzi maggiormente le Istituzioni ed i funzionari che riconoscono il diritto a ricevere queste prestazioni.  Da un maggior controllo sarebbe possibile risparmiare oltre 1.000 milioni di € all'anno, pari a 16,49 € all'anno pro capite.

Abbattimento del debito pubblico e conseguente riduzione della spesa per interessi.

Seguendo tutte le stime dichiarate dal Ministero dell’Economia e dalla Banca D’Italia, bisognerebbe abbattere l'entità del debito pubblico di almeno 200 miliardi di € nel corso dei prossimi 2 anni.

Questo produrrebbe un risparmio sulla spesa per interessi paro a 8 miliardi di €, equivalenti a 131  € di risparmio all'anno per ogni cittadino.

Lotta alla corruzione

Per combattere la corruzione presente in Italia è necessario un cambio, di rotta, di mentalità. Se fosse possibile contrastarla fino a ridurla nei prossimi 2 anni del 50%, si genererebbe un risparmio per le casse pubbliche pari a 10 miliardi di € all'anno, ovvero 164  € di risparmi annuo pro capite.

Rideterminazione dei prezzi di beni e servizi con pagamento a 30 o 60 giorni max

Il ritardo nei pagamenti da parte della PA ha innescato un circolo vizioso che ha fatto crescere il costo medio di beni e servizi del 10%.Se le pubbliche amministrazioni riuscissero a pagare i fornitori entro 30 o 60 giorni potrebbero essere rideterminati tutti i prezzi di fornitura, con un risparmio di 10 miliardi di €, pari a 164 € per abitante all'anno.

Effetto spending review

E' necessario continuare con il meccanismo della spending review. Tagliando un ulteriore 2% della spesa pubblica complessiva nei prossimi 2 anni, si stima che si potrebbe determinare un risparmio pari a 14 miliardi di € all'anno, ovvero 230 € di risparmio per abitante.

Lotta all'evasione fiscale

L'evasione fiscale è uno dei mali cronici del nostro Paese. E' necessario far ripartire una vera lotta all'evasione che metta al centro il senso civico dei cittadini. Riducendo l'evasione fiscale e il sommerso del 30% nei prossimi due anni si stima che si potrebbero avere maggiori entrate per 20 miliardi di € all'anno pari a oltre 329 € per abitante. Per fare un'efficace lotta all'evasione serve mettere al centro il senso civico di tutti i cittadini ma soprattutto la possibilità di poter detrarre alcune spese, in modo da incentivare il contrasto di interessi fra consumatore e venditore.

SCHEDA 2  AZIONI PER LA CRESCITA COME RECUPERARE 5 PUNTI DI PIL IN DUE ANNI

RIORGANIZZAZIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO

 Il Pubblico Impiego è il fattore che può innescare una positiva reazione a catena per far ripartire il Paese. A questo scopo è necessario fare in modo che prevalga e vinca il senso civico, la meritocrazia, la semplificazione, la lotta alla corruzione e il contrasto dell’evasione fiscale. In questa logica il dipendente pubblico deve sentirsi elemento utile ed indispensabile e fondamentale per cambiare il Paese. Bisogna rivedere il criterio dei premi di produttività, che non possono più essere dati a pioggia. Allo stesso modo deve essere ridefinito il meccanismo che determina lo stipendio dei dirigenti pubblici , rendendo impossibile che lo stipendio dei dirigenti superi di oltre sei volte lo stipendio più basso della stessa amministrazione. Ma deve diminuire anche il prelievo fiscale e contributivo in modo da far aumentare lo stipendio netto, a parità di spesa complessiva.In questo modo si determinerebbe anche una maggiore disponibilità per gli stipendi medio bassi. Certo da parte del dipendente pubblico deve scattare una molla che spazzi via una serie di incrostazioni burocratiche che nel frattempo si sono sedimentate . Semplificazione, sburocratizzazione, maggiore efficienza e meritocrazia, sono obiettivi che devono essere costruiti dal basso, ufficio per ufficio , amministrazione per amministrazione. Anche la lotta alla corruzione e alle clientele non può essere fatta solo producendo nuove norme, ma invece si può ottenere con un controllo e una spinta che arriva dal basso. Se i dipendenti pubblici venissero considerati e pagati un pochino meglio , si sentissero responsabilizzatie inseriti nel progetto ambizioso di far ripartire il Paese, il PIL potrebbe subire un incremento di 1 punto percentuale in più nel corso dei prossimi 2 anni: Sarebbero, a regime, circa 16 miliardi di € in più di PIL, pari a oltre 260 € abitante all'anno.

RILANCIO DELL'IMPRESA E DELL'OCCUPAZIONE

 

Per far ripartire la crescita è necessario attrarre maggiori investimenti italiani e stranieri. Per attrarre nuovi investimenti è necessario:

-Diminuire il peso fiscale sull'impresa;

-Diminuire il costo del lavoro abbassando il peso fiscale e contributivo;

-Ridurre il peso burocratico e impegnarsi in una vera semplificazione;

-Ridurre il costo dell'energia portandola ai livelli medi europei;

-Garantire una giustizia civile più rapida e funzionante;

-Eliminare i ritardati pagamenti della P.A. ;

-Ridurre il tasso d'interesse e favorire l'accesso al credito;

 L'insieme di questi provvedimenti porterebbe automaticamente un aumento degli investimenti e una conseguente crescita del PIL pari a 20 miliardi di € all'anno (330 €/ di PIL pro capite) ma anche una crescita dell'occupazione.

REALIZZAZIONE DI INVESTIMENTI PER REALIZZARE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE

La spesa pubblica italiana è squilibrata: tanta spesa corrente e poca spesa in conto capitale. Il patto di stabilità imposto agli enti locali non ha fatto che accentuare questa tendenza.

Nel corso dei prossimi anni è necessario riequilibrare questa spesa destinando alla spesa per investimenti almeno 20 miliardi di € in più all'anno. Così si determinerebbe un aumento del PIL pro capite di almeno 330 € per abitante all'anno con una ricaduta positiva sui servizi alle imprese e sui cittadini.

CRESCITA DEI CONSUMI DETERMINATO DAL NUOVO CLIMA DI FIDUCIA CHE SCATURIREBBE PER L'AUMENTO DEI REDDITI NETTI DA LAVORO E DALL'AUMENTO DELL'OCCUPAZIONE

Sui redditi da lavoro grava un carico fiscale eccessivo. E' necessario ridurre il cuneo fiscale e far crescere così i redditi netti dei lavoratori. Si produrrebbe così un effetto positivo sui lavoratori che, partendo dalla creazione di un clima di maggior fiducia, potrebbe invertire il trend negativo in atto sui consumi. Il clima di fiducia e di speranza nel futuro determinato dall'inversione di tendenza sull'occupazione che queste misure potrebbero generare, lo possiamo stimare in mezzo punto percentuale di PIL all'anno, pari quindi a oltre 260€ pro capite in più rispetto all'anno.

 

 

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